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Caserta. Digestore di monnezza.

Se non affrontato con giusti metodi e partner, è solo: “aria fritta”. Digestore di monnezza.

In questi giorni  è ritornato alla ribalta, e se ne fa  un gran parlare, il “digestore anaerobico”.

Impianto industriale problematico, di vitale importanza ambientale, da decidere la soluzione col parere della politica e anche dei cittadini-soci.

Dagli organi di  stampa apprendiamo : “Il Comune di Caserta “delibera” la volontà di realizzare (in proprio e con soldi regionali) un impianto integrato di selezione di materiali riciclabili dal rifiuto indifferenziato e trattamento biologico del rifiuto organico”.

In parole semplici: trattasi di TMB, Trattamento Meccanico Biologico dei rifiuti.

Per Caserta, città in cronico ritardo sui temi ambientali, rappresenta, non solo un’ottima idea, ma un progetto da realizzare. Agli albori della ricerca di queste tecnologie, gli Enti Pubblici non partecipavano economicamente, né erano facili alla concessione delle autorizzazioni amministrative. La nuova cultura ambientale collettiva, la sicurezza tecnologica degli impianti, il costo–benefici degli investimenti, hanno  consigliato gli enti locali a provvedere in proprio.

La tecnologia (impianto industriale) prevede il recupero, col riciclo, dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata. Questi rifiuti solidi: vetro, plastica, carta, alluminio etc., ridiventano “materia prima” da conferire alle industrie del settore proprio.  La frazione organica, compreso gli sfalci erbosi provenienti da manutenzione del verde pubblico e privato, trattati meccanicamente diventano “materia prima” da cui si estrae biogas e compost per agricoltura. Col biogas recuperato, lo stesso impianto, crea forza motrice ed elettricità da immettere in rete.

Impianto Trattamento Meccanico Biologico di Bellolampo (PA) - Gennaio 2016
Impianto Trattamento Meccanico Biologico di Bellolampo (PA) – start Gennaio 2016

Come si intende, l’industria di cui trattasi, da ecologica diventa produttrice e  gestrice di energia elettrica pulita ed a costo contenuto.

Tutto molto bello, ma i “ma” sono tanti.

Questo progetto, presentato dall’amministrazione guidata dal sindaco Pio Del Gaudio, fu ampiamente criticato e costretto ad essere messo da parte. L’opposizione, guidata dal Partito Democratico, sosteneva giustamente le dovute accortezze da applicare allo studio d’impatto ambientale.

Oggi l’Amministrazione Comunale, targata PD, pretende frettolosamente di realizzare il “progetto industriale”, senza concedere voce alla città, e senza gli opportuni, irrinunciabili, studi di sicurezza sull’area interessata all’insediamento.

La città di Caserta vuole e deve sapere: “la sicurezza sull’impatto ambientale” della localizzazione;  autorizzazioni geologiche, idrogeologiche, antisismiche, sanitarie, ecc.

Non ultimo, sempre i cittadini di Caserta, vogliono sapere: “il piano economico di realizzazione e di gestione”.

E se è vero che l’impianto industriale ricade in territorio comunale casertano, è pur vero che, questo è confinante (area Lo Uttaro) con una vasta area densamente abitata, ricadente in 3 distinti comuni: San Nicola La Strada, Maddaloni e San Marco Evangelista. Conseguentemente dette Amministrazioni Comunali  pretendono e devono esprimere il loro parere rispetto alla localizzazione.

L’area scelta, fortemente inquinata, è a soli 1066 metri in linea d’aria dal costruendo Policlinico. Lo stesso Policlinico è a soli 895,5 metri dallo stabilimento Cementi Moccia, 1284 metri dalla relativa cava estrattiva. Sempre il Policlinico è a soli 1387 metri dal cementificio Cementir, ed a soli 1581 metri dalla cava estrattiva.  L’area denominata “Lo Uttaro” è attigua l’ex  Mattatoio (costruito e mai utilizzato), ed a soli 45 metri dall’edificio ex EDS, Electronic Data System. Azienda in cui lavoravano ricercatori informatici che sono “scappati” da Caserta perché in zona fortemente inquinata.

Policlinico Caserta
Policlinico Caserta

Inoltre, insiste nell’edificio che ospitava la EDS, la Neurobiotech, Polo di Ricerca e Innovazione operante nell’ambito delle Neuroscienze e Biotecnologie, proprietà dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico-IRCCS, Neuromed di Pozzilli, Isernia.

In ultimo, a soli 576,15 metri c’è  l’ex  sito di sversamento RSU sempre denominato “Lo Uttaro”, da poco  bonificato ed ancora inquinante.

Alternativa Destra non è contraria alla realizzazione del  “digestore anaerobico”, è contro il metodo posto in essere alla realizzazione dalla Giunta Marino.

Alternativa Destra vuole anche preventivamente conoscere i sistemi e costi di gestione, compreso le assunzioni da fare di operai, tecnici e manager.

La Delibera di Giunta, presentata dall’assessore Franco De Michele, così com’è è aria fritta, il biodigestore sarà utile alla città di Caserta solo se la stessa lo accetterà nella consapevolezza dell’utilità.

Alternativa Destra, nell’ambito dei suoi impegni annunciati, si appella all’intelligenza politica del Sindaco, della Giunta e dell’intero Consiglio Comunale, affinché le proposte suggerite vengano recepite, fatte proprie dall’esecutivo, al  buon fine dell’insediamento industriale.

Alternativa Destra fa proprio il disappunto alla localizzazione in località “Lo Uttaro” presentate dalle Amministrazioni comunali di: San Nicola la Strada, San Marco Evangelista e Maddaloni (commissariata).

Alternativa Destra continuerà a vigilare e proporre alternative, nell’impegno a tutela della collettività casertana.

Alternativa Destra, si dichiara non favorevole alla localizzazione del sito di Trattamento Meccanico Biologico dei rifiuti – Digestore Anaerobico in Località Lo Uttaro.

Alternativa Destra invita il sig. Sindaco avv. Carlo Marino ad adottare delibera per finanziare gli indispensabili studi d’impatto ambientale utili per la nuova ed idonea localizzazione dell’impianto di T.M.B. dei rifiuti D.A.

Area interessata. In evidenziato giallo l'edificio Nuovo Mattatoio Comunale
Area interessata. In evidenziato giallo l’edificio Nuovo Mattatoio Comunale

 

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